Conoscevano bene il luogo comune e sapevano stravolgerlo.
Praticando il segreto della sussistenza, sapevano che per
stare fermi quando il vento soffia forte, non bisogna stare fermi!
La quercia è maestra in questa filosofia dell’avventura e
del viaggio di chi non si è mai mosso.
E’ la pratica della vita e della morte nella sua
essenzialità che rende sapere lucido l’ethos indigeno
e non c’è codice scritto che possa
raccontarlo meglio dell’appartenenza.
Si
appartiene per relazione, per uno scambio siglato per procura.
Poi si sceglie, alle volte si sceglie, molto spesso siamo
scelti.
I pastori del Centaurino invece sono dei prescelti, lo sono
sempre stati,
uomini e donne col destino segnato,
ma intanto, intorno a loro, il
vento non è più lo stesso,
sono diventati allevatori!
I Suv[2] sono il
nuovo confine su gomma, e le orme delle greggi sono
tacchi a spillo nel feticismo di una
modernità granitica, totemica,
devozionale.
La quercia non dà più lezioni e si alzano muri al vento
della storia che comunque, riesce a muovere tutto
quello che può essere mosso
anche controvento, anche quando non
si muove foglia, anche oltre il muro
E’ già i muri, ci sono certi muri che regimentano le acque e
trattengono la terra
Servono a frenare, a trattenere liquido e solido e danno
forma e sostanza.
Non si oppongono al vento lo accolgono
C’è ne siamo accorti da poco, tutti ne parlano,
La modernità ha scoperto i muri a secco e i pastori del
Centaurino il latte industriale!
Il vento certi muri li abbatte e talvolta non vale nemmeno
la pena di opporsi, di resistere
certe volte i muri non servono e
non servono i confini
Serve il vento, serve non stare
fermi, serve stare fermi,
servono i pastori del Centaurino
Serve il granello di sabbia del
deserto e il fiocco di neve dell’Himalaya
Il muro a secco, la zampogna e il ginseng
Occorre vivere per capire la strada
Occorre la strada per capire come vivere
Oggi la strada è il cielo, il mare, la terra
Tutto è
strada, tutto viaggia, tutto è in spedizione
Il primo per un’idea il secondo per un simbolo
Un secolo tra l’uno e l’altro, un’eternità per chi non li ha
mai incontrati.
Sul Centaurino furono catturati alcuni dei trecento, nessuno
lo sa,
Sul Centaurino c’è lo spirito del Grano, nessuno lo sa,
la memoria è un esercizio di
resistenza all’oblio
tutti lo sanno ma scelgono il
folcore, il dolce ricordo, la polvere delle stelle di ieri e non la loro luce.
I pastori del Centaurino seminavano il grano per ricordare
Fame e cibo erano sole e pioggia
La miseria era come il viaggio, bisognava ogni giorno
lasciare qualcosa per prenderne qualcos’altra.
Scambio,
Relazione, Resistenze!
In una
relazione si deve sempre resistere
C’è sempre una necessaria opposizione quando si hanno radici
che servono a camminare
La quercia resiste al vento e vuole toccare il cielo
Il Grano resiste al passato e vuole incontrare il futuro
Sul Centaurino il grano esiste e Resiste, il pastore un po’
meno
Gli allevatori non resistono, imprecano!
Sul Centaurino non ci sono chiese, ma c’è lo spirito del
Grano
I pastori
del Centaurino devono resistere, devono tornare a seminare il grano.
Per tutti i
pastori dell’appennino calabro lucano
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Di mutabili accezioni appare, negativa o positiva, la Resistenza.
Resistenza alla storia e al tempo che passa, resistenza alla
fatica intesa come resistenza fisica a sopportare l’enorme sforzo oppure come
resistenza a perpetrarla come pratica contemporanea.
Resistenza ai barbari, alla perdita di valori, agli assalti
del futuro e i ritorni del passato.
Resistenza dei semi e delle popolazioni evolutive alla
siccità, alla piovosità alle scarsità del suolo.
Resistenza a continuare a coltivare semi ormai abbandonati
in virtù di un migliore genetico da laboratorio, pensato per ogni terra e ogni
clima, ma in particolar modo per le tasche del laboratorio.
Resistenza a lasciar perdere l’uso di tecniche agronomiche
sbagliate, resistenza a smettere di utilizzare input chimici, ancor più se
usati in ambito di agricoltura familiare di sussistenza.
Resistenza allo straniero e resistenza al vicino di casa,
confinante di terra, paesano.
Resistenza alla
resistenza stessa, se necessario, come pratica di civiltà, come palestra del
futuro.
Sull’appennino,
sull’osso d’Italia, nei paesi delle aeree interne, ben altra Resistenza fu
condotta, all’oppressione e alla tirannia. Sui monti e nelle valli dalle mille
e mille comuni e parchi nazionali e regionali, si resiste in barricate diverse,
contrapposte, e c’è chi salta da una barricata all’altra portandosi dietro lo
stesso livore. E c’è chi resta in terra di nessuno continuando a resistere di
scendere in barricata.
[1] Nel massiccio del Cilento, il Monte Centaurino prende
il nome dalla cima più alta in cui gli antichi scorgevano la forma di un
piccolo Centauro (mostro della mitologia greca, con testa e busto umano groppa
e zampe di cavallo). (wikipedia.it)
[2]
Automobile. La sigla SUV è l'acronimo di Sport Utility Vehicle. (wikipedia.it)
[3] Carlo Pisacane, duca
di San Giovanni (1818-1857) è stato un rivoluzionario e patriota
italiano, di ideologia socialista libertaria e di orientamento federalista
d'impronta proudhoniana (wikipedia.it)
[4] Ernesto
di Martino (1908 – 1965) è stato un antropologo, storico delle religioni e
filosofo italiano (wikipedia.it)