Fotografia Guy Taliercio
Giuseppina
De Stefano, al secolo Pippinedda
ri Gisso, ha sempre una mano
libera.
Gode del bastone e della testa in eguale misura meccanica
E i suoi passi
sono in equilibrio senza alcuna disabilità
Due gambe, un bastone, una testa e una
mano libera!
Quante lezioni
non si ascoltano più al calare
della sera
Quanto lamento è diventato ansia, paura e depressione
In questi giorni
di Giugno il verde si fa oro nei campi
di domani
e il grano
muore per vivere, nonostante tutto, nonostante la stagione.
Lei le erbacce le toglie e corteggia la terra
Lei è estetica, panorama
culturale, veduta popolare,
ha una
veste indigena dal colore globale e dal calore umano.
Ma il focolaio non c’è più, il fuoco è altrove nello spirito del
tempo
E i figli di Pippinedda
sono andati via, in un viaggio
immobile in qualche distretto
operaio
L’emigrazione inventa il ritorno
Restare inventa il viaggio.
C’è sempre qualcosa
di vero nell’andare e nel restare Il buono è ovunque,
bisogna praticarlo come il ritorno
Anche la prigione ha lo spiraglio di luce
Anche il sole può non far vedere
Pippinedda nella
sua lezione di figlia,
donna, moglie, mamma, nonna, focolare,
ha vissuto
il tempo, il tempo andato, il tempo andato e ritornato,
è insieme
germoglio, fiore, frutto, seme,
conosce
il passo lento, sicuro,
efficace!
Ci insegna che
Il bastone è la tecnologia del domani, nella
metafora e nei byte
È l’appoggio sicuro sul passo incerto
È la falce che
miete il grano
È la compagnia nella
solitudine
Pure il nonno di Pippinedda portava il bastone
anche in trincea
aveva il suo bastone, c’era una baionetta sopra
era per ricordare di voler tornare più che voler vincere
Ed è tornato a seminare, a raccogliere l’oro
Pippinedda
ha continuato a seminare, a
raccogliere l’oro
Poi la modernità
ha rotto l’uovo e siamo usciti,
e ancora sverniamo come gli uccelli nelle feste
di paese,
che hanno ancora i
santi, che hanno sempre i
cantanti
Che hanno sempre meno
spalle e meno sogni, meno preghiere,
meno bestemmie.
Ma nel sempre
meno c’è un più,
I nipoti di Pippinedda sono ritornati a seminare e raccogliere l’oro
E la paura di cadere
ha ceduto il posto alla voglia di cambiare
Cambiare il passo
come nonna Pippina con il bastone
un nuovo passo, una nuova
strada, con quel che si ha,
senza piangersi addosso, senza cagarsi sotto.
Il bastone è strumento
più social di ogni social quando
sei comunità
È aiuto, offesa, difesa, è relazione!
Uno svantaggio
può diventare un vantaggio, un nuovo viaggio, un ritorno, una ripartenza!
Ripartono così,
con la Resilienza, i nipoti
di nonna Pippina
Quando seminano
il grano accarezzano la nonna senza ricorrere
alla consolazione
E Pippinedda si lascia accarezzare, accoglie lo stimolo
Pippinedda sa cos’è
la Resilienza come pratica,
come via
E’ cosi che
Pippinedda abbraccia la bellezza
Con due gambe, un bastone, una testa e una mano libera!
Alle nonne dell’appennino.
[1] La battaglia di Vittorio Veneto fu l'ultimo scontro armato tra Italia
e Impero austro-ungarico nel corso della prima guerra mondiale. (wikipedia.it)