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19 avril 2019

Cilento, sei un mito ! Testo di Roberto Simoni

                                                 Photographie Roberto Simoni

Oggi vorrei portarvi in viaggio sulle orme degli Argonauti nella terra delle mie origini e dei miei sogni, il Cilento dove da circa otto anni sono tornato a vivere con mia moglie Miriam, poi sono nate Sara e Sofia le nostre figlie.
Perchè (1) abbiamo lasciato Monaco di Baviera? Mi chiedono amici ed ospiti, io allora rispondo con una  piccola provocazione pensando a Pierpaolo Pasolini„In città c‘è tutto ma ci manca sempre qualcosa, invece in luoghi dove in apparenza c‘è il nulla abbiamo veramente tutto
Ecco per me questo è il Cilento, il nulla che ti da tutto, un territorio che si estende da Paestum a Sapri, una terra in cui la varietà paesaggistica e la biodiversità non è mito ma sorprendente realtà, protetto sotto la giurisdizione del Parco Nazionale del Cilento dal 1998 Patrimonio Mondiale dell’Umanità e Geoparco UNESCO per la ricchezza di fenomeni carsici lungo le pendici della dorsale appenninica con le sue montagne che sfiorano i duemila metri di altitudine.
L’impressione generalequella di una terra che profuma di mitologia greca oltre che di orchidee selvatiche, Paestum con i suoi templi dorici e l‘antica Elea, importante Scuola di filosofia con Parmenide e Zenone. In particolare lungo la costa abbiamo riferimenti a episodi chiave della mitologia classica: l’isola delle sirene dell’Odissea, a largo di Punta Licosa pochi chilometri a sud di Castellabate; la spiaggia dove approdò dopo giorni di naufragio Palinuro, il nocchiero di Enea (sbarco che ancora oggi viene rievocato nel corso di una rappresentazione estiva); o Giasone e gli Argonauti che, fuggiti dalla Colchide, si fermarono presso il santuario di Hera Argiva alla foce del fiume Sele.
Magna Grecia, così veniva chiamata l‘intera Italia meridionale e numerose manifestazioni folcloristiche che si tramandano da secoli testimoniano le antiche radici greche come ad esempio a Casaletto Spartano e Battaglia, dove a maggio gruppi di ragazzi vanno per le case del paese a chiedere legumi di ogni tipo.
Vengono cotti separatamente e poi la sera nella piazza del paese sono preparati tutti insieme (13 tipi diversi) in una grande caldaia e conditi con olio e sale. I paesani ne prendono una porzione come augurio di prosperità e abbondanza dei raccolti.
Questo caratteristico piatto si chiamacuccìa”, dal grecokykeonmiscuglio. In diversi comuni viene allestita ogni anno ad agosto la Sagra della Cuccìa, con giochi per adulti e bambini, una sfilata di costumi d’epoca e al culmine della serata viene servito il tradizionale piatto.
Un cibo rituale analogo era la pansperma, ottenuta dalla mescola di tutti i semi, presente nella Grecia arcaica: ne ha parlato nel Timeo il grande Platone a proposito dell’azione divina della semenza universale.
Ed ora rimanendo nel tema del seme divino lasciamo Battaglia ed il Palazzo Gallotti dove ho il privilegio di abitare per andare a Caselle in Pittari e passare a salutare il mio amico Antonio che con la cooperativa „Terre di Resilienza“ si impegna a coltivare e vendere i semi di grani antichi, ha da poco aperto un mulino a pietra ed organizza ogni anno a Luglio il Palio del Grano, una bellissima gara di mietitura a mano e raccolta del grano utilizzando le tecniche dei loro nonni. Il recupero di antiche tipologie di grano sembra contagiare sempre più persone, anche noi abbiamo iniziato con amici a sperimentare in tale direzione con risultati quantitativi scarsi ma qualitativi notevoli! Parlando di cibo mi è venuta l‘acquolina in bocca e vorrei invitarvi a cena al ristorante „Zi Filomenadove Mario proprietario e cuoco ci delizierà con una serie di antipasti tipici mediterranei e poi per i più a amati con i cavatelli al sugo, ravioli con crema di zucca oppure tagliolini al tartufo nero del Cervati ed altro ancora, tutto rigorosamente a chilometri zero.
Lungo il tragitto verso Caselle in Pittari ci fermiamo ad ammirare le Cascate Capelli di Venere per respirare l‘energia dell‘acqua pura, attraversiamo poi un paesaggio rurale ancora intatto e ruvido, gli amici tedeschi lo definiscono „wildromantisch“ e dicono che potrebbe aver ispirato il famoso Caspar David Friedrich. Ma per meritare la ricca cena facciamo un‘escursione sul Monte San Michele per raggiungere una cappella rupestre creata da monaci basiliani intorno all‘anno mille e da una maestosa terrazza scavata nella roccia si ammira uno splendido panorama verso il Golfo di Policastro e la Calabria.
Il giorno dopo decidiamo di andare a Scario e fare un‘escursione verso la spiaggia della Molara lungo la Costa della Masseta che o re uno spettacolare paesaggio di particolare pregio sotto il profilo naturalistico caratterizzato da un grado di eterogeneità ambientale unico, tanto da essere inserita in un Sito di Interesse Comunitario sottoposto a protezione speciale. In pochi chilometri di litorale molto frastagliato si concentrano insenature, spiaggette, rade, sorgenti d’acqua sottomarine, il tutto incorniciato da macchia mediterranea, uliveti, vigneti e preziose specie endemiche. L’area abbonda di grotte di origine carsica, sia sommerse che sopra il livello del mare, che furono abitate dall’uomo preistorico, come testimoniano alcuni ritrovamenti di antichissimi resti umani.
Al ritorno andiamo a mangiare il miglior gelato della zona all‘Oasi dove il caro Fidel ci fa assaggiare le novitá di stagione ma il mio gusto preferito è il cioccolato fondente con buccia di arancia, sublime! La sera poi per chiudere in bellezza andiamo a mangiare le panzanelle cilentane ed i migliori spaghetti alle vongole del Golfo e forse del Cilento da Maria nel ristorante Il Ghiottone a Policastro dove brindiamo alla salute di tutti i presenti con un fresco Donnaluna Bianco dei Viticoltori De Concilis ovviamente cilentani !
In questo viaggio avrei voluto farvi conoscere altri amici che come Antonio, Mario e Maria hanno deciso di rimanere nel Cilento, ancora oggi una scelta di controtendenza perchè come in tanti territori rurali ancora troppi giovani decidono vivere altrove. Qui termina il nostro piccolo viaggio e se credete a ciò che vi ho raccontato ma non vi basta allora venite a conoscere realemente il mitico Cilento!


[1] Questo testo è stato pubblicato con il titolo "Cilento ti da tutto" nella rivista "Adesso " di aprile 2019.